L' arte si sposa con la solidarietà
Pubblicato il: 12.01.2015Gli eventi più belli a volte nascono per caso. Ed è appunto il caso che mi ha messo in contatto con Padre Angelo Costalonga. I suoi racconti, pronunciati con proverbiale calma e serenità, mi hanno trasportato in un mondo lontano e dal fascino sottile.
Spesso si raccontano “avventurette” che ci sono capitate, come un’obbligata camminata di qualche ora o di essere rimasti senza cibo per una mezza giornata e ancora di essere stati imprigionati nell’automobile sotto il sole per lungo tempo convinti di aver affrontato chissà che. Non ci si rende conto, fino a quando non si incontrano persone davvero speciali come possono essere i missionari saveriani, che vi sono uomini come Padre Angelo che hanno vissuto in condizioni davvero estreme. Per svolgere la propria vocazione missionaria Costalonga ha vissuto per anni e anni subendo afflizioni, malattie, carcerazioni durate giorni, recluso in un luogo che assomigliava più ad una scatola di latta che ad una prigione, laddove non era neppure dato sedersi. Allo stesso tempo ha sopportato i geli delle Ande e delle alte quote e gli ambienti ostili dell’Africa e dell’Asia, per seguire le proprie passioni di alpinista e fotografo/reporter.
Con grande umiltà mi ha narrato i suoi incontri con Dian Fossey conosciuta in tutto il mondo per essersi dedicata a contrastare la caccia indiscriminata dei gorilla nelle montagne e nelle foreste del Ruanda, e assassinata tragicamente dai bracconieri.
E sempre con la stessa umiltà mi ha narrato dei suoi incontri con Walter Bonatti, il vero eroe del K2, il quale accingendosi alla scalata del Ruwenzori e alla conquista della cima Margherita, ha chiesto utili e preziosi consigli a Padre Angelo da poco tornato dalla vetta per un servizio fotografico.
Che dire, dunque, di un tale personaggio: un vero “gigante”, che ha fissato le brutture e le bellezze del mondo in cui viviamo raccogliendole in migliaia di scatti, ne ha dipinto gli scorci più belli e ha portato le proprie convinzioni religiose nel cuore più profondo dell’Africa, dell’Asia e del Sud America fondando svariate missioni.
L’anima di quest’uomo dalle mille e più svariate esperienze di vita, che lo hanno tramutato in un celebre fotografo/reporter e pittore, la troverete anche messa a nudo nelle opere che descrivono e raccontano il nostro territorio attraverso degli acquarelli che potrete ammirare alla mostra nel nostro Palazzo Parasì, messo tanto generosamente a disposizione dal Comune di Cannobio.
A padre Angelo un vivo grazie mio personale e della Fondazione Comunità Attiva tutta.
Avv. Antonio Pinolini
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